We will walk, on the land - We will breathe, of the air - We will drink, from the stream - We will live... hold the line, hold the line... hold the line
Prendete un cast 'stellare', di quelli che negli anni successivi faranno la storia della tv e del cinema italiano (Bisio, Silvio Orlando e Angela Finocchiaro su tutti, ma anche un geniale Gigio Alberti che fa il 'vucumprà', in tempi non sospetti), mescolateli in una sit-com ben fatta, originale (e indigena), ideata da un certo Giorgi Gori. Avrete 'Zanzibar' (classe 1988...).
L'unica cosa che si trova in rete è la sigla finale (qui sotto); ah, è di David Riondino...
Ma perchè, in mezzo a tanta m... televisiva (passata e ripassata ad libitum) qualcuno non ripropone anche questo? Datato? Vecchio? ma se su Fox Retro ci ciucciamo 'il mio amico Arnold' e 'I Jeffersons'...
E' proprio vero che 'tira più un pelo di [....] che un carro di buoi'. E comunque, Cetto Laqualunque aveva già precorso i tempi, anticipando la Protezione Civile Spa:
Ho comperato un libello molto divertente di Félix Fénéon 'romanzi in tre righe'; l'autore, nel 1906 aveva una rubrica su un quotidiano francese di 'brevi di cronaca surreali' inventate che seguivano più o meno questa struttura: una riga per l'ambientazione, una per la cronaca e una per l'epilogo (a sorpresa...). Un esempio: 'La signora Olympe Fraisse racconta di essere stata aggredita nel bosco di Bordezac, nel Gard, da un satiro, che avrebbe inflitto ai suoi 66 anni ripetuti, meravigliosi oltraggi'. (quello che mi fa impazzire è la virgola dopo 'ripetuti'...)
Straordinario... degno di Twitter. E infatti Twitter se l'è già accaparrato...
Ieri sera su France24, nel 'journal de la culture', ritratto di uno straordinario trombettista di origini libanesi che intreccia sonorità free-jazz con quelle della tradizione araba. Il padre, anche lui trombettista, ha inventato una tromba speciale con un quarto pistone (da suonare con la mano sinistra a cavallo dello strumento) apposta per cercare e trovare la ricchezza dei 'quarti di tono' tipici della musica araba; e che Ibrahim utilizza magistralmente, ovvio. Lui si chiama Ibrahim Maaloufed ha pubblicato due album (ma si dice ancora così?); credo che lo inserirò nella 'lista della spesa'...
... è il titolo del blog di un bravissimo illustratore-webdesigner francese. 'Ognitantomanale' di fumetti, in ogni strip se la prende con qualcuno-qualcosa. Stre-pi-to-so.
Venerdì scorso si è svolto, in un centinaio di città sparse per il mondo ma principalmente in USA, il Parking Day. Cioè: uno individua un posto auto-parcheggio su strada libero, paga la sosta e per il tempo pagato in quel posto ci fa quel cazzo che gli pare: porta sdraio e barbecue, gioca a ping pong, proietta video, ci fa musica e quant'altro gli salti in testa (ma ci sono anche le associazioni no-profit che approfittano della situazione per farsi pubblicità e 'proseliti').Il tutto con uno spirito, credo, di gran festa e rilassatezza; anche se spesso queste cose -a mio parere- rasentano lo snobismo un po' guerrigliero (tipo critical mass...).
Domandina: secondo voi quanti millisecondi passerebbero -da noi, in Italia- prima di essere schiacciati da un Cayenne che vuole a tutti i costi parcheggiare dove voi state facendo una partita a scacchi???
Stavo sfrucugliando il web alla ricerca di un oggetto della collezione Magis Me Too pensata per i bimbi, e sono incappato in questo sito-blog molto bello (da oggi nella sidebar). E poi, da lì sono arrivato all'immagine a lato, a questo pazzo che per pubblicizzare una gamma di nuove tinte di intonaci e colori per la casa ha costruito delle case Bauhaus per bambole...
Il mobile... mobile; anzi, nomade. Ieri, complice una straordinaria giornata di sole primaverile, ho deciso di fare un giro per il cosiddetto 'fuori-salone'. Per chi non lo sapesse, è quella serie di eventi-installazioni (centinaia...) che fanno oramai da un decennio da corollario al Salone del Mobile di Milano: una ditta o scuola di design, ma anche singoli designers in proprio 'occupano' (oh, a caro prezzo, eh...) uno spazio della città per promuoversi, chi un capannone industriale intero, chi una porzione; chi invece un piccolissimo negozio affittato per l'occasione... il tutto in un fermento che mi ricorda sempre i giorni che precedono il Natale. Oramai anche il 'fuori-salone', che era nato un po' anarchicamente e bohémien è diventato una vera e propria industria, e ci sono fior di società che di mestiere organizzano eventi e affittano gli spazi. La parte della città più importante per questa serie di 'eventi' è oramai la Zona Tortona, che si sviluppa in tre o quattro strade intorno all'omonima via; una zona 'centrale' di Milano, a ridosso di uno scalo ferroviario sempre più in disarmo, fatta di capannoni industriali più o meno piccoli, laboratori, autorimesse, oramai dismessi e riconvertiti in spazi espositivi. Girare per questo rosario di vie è oramai una 'tradizione' e tutte le realtà che contano vogliono esserci. Per rimanere in metafore religiose, un giro in Zona Tortona è anche una via crucis: nel senso che è una sfacchinata terribile, chilometri a piedi, intervallati da decine di soste-stazioni; ogni venti metri c'è qualcosa da vedere-visitare (in un cortile, un piccolo capannone da scovare nelle a volte scarse indicazioni... addirittura in una vera fonderia che ancora funziona... ed è bello vedere l'incontro di sguardi tra lo studente coreano e il Cipputi in tuta blu...)... insomma croce e delizia per gli addetti del settore,ma anche luogo interessante per assoluti neofiti o 'ignoranti'... le cose sono talmente varie e a volte divertenti che è una via di mezzo tra un circo di strada e un happening artistico. La cosa che mi piace di più è, appunto, l'atmosfera che vi si respira: migliaia di studenti, semplici curiosi e affermati designers si aggirano per la strada come dei bambini alle giostre, e dico ciò non con ironia o disprezzo, ma con assoluta convinzione. E trovo impressionante il fatto che migliaia di 'giovani' si riversino a Milano dai quattro angoli del globo e ne facciano -per una settimana- un luogo fantastico, nel quale si scambiano idee, ci si incontra, si amoreggia (perchè no?)... il tutto pagato di tasca propria! Cioè, è come se io decidessi una volta all'anno di andare per quattro giorni chessò, a Buenos Aires, per vedere un po' l'aria che tira... Ecco, la lezione da trarre è che quando si vuole, in Italia, si riesce a 'fare sistema' con pochissime risorse (l'esempio 'zona tortona' è lampante; ora è un Marchio, una società, un centro stampa, un'istituzione del settore, laddove prima erano i singoli che si promuovevano).
Un paradosso simile avviene anche per la moda, quella alta; le singole 'maisons' si accaparrano gli spazi industriali dismessi per portare lì i loro quartieri generali, senza dover aspettare le 'istituzioni'. A Milano stanno costruendo la 'cittadella della moda' dove vorrebbero convincere le grandi firme a trasferire uffici e ateliers e teatri di posa e di sfilata... ma perchè Armani per esempio dovrebbe rinunciare al suo spazio, che si è fatto lui, come vuole lui, dove vuole lui (anche lui fa parte di Zona Tortona...) e deve andare dove vogliono loro? Perche Prada dovrebbe rinunciare a un fantastico isolato indistriale nella zona sud di Milano (dierto a casa mia...) dove fare uffici, teatro di posa e Fondazione d'arte contemporanea, per andare dove vogliono loro? Il tragico è che le istituzioni non hanno ancora capito che è oramai difficile governare 'fisicamente' gli eventi in una società 'liquida'... la rete è dappertutto, in tutti i sensi... si devono governare i processi, non il mattone!
Tre cose interessanti che ho visto ieri: 1) Due giovani designers inglesi (credo) che producono i propri oggetti... ironici e interessanti 2) una piccola ditta di mobili olandese che produce oggetti e complementi rigorosi ma ludici, spesso usando in modo sapiente il fuori-scala e il colore. 3) un ragazzo olandese che lavora con il vetro. voster semper voster
Insomma, io uno cosìlo voterei subito; anche solo per il coraggio dimostrato a mettere un ragazzo down sul manifesto elettorale... (e anche il simbolo è molto bello)
(eppoi è uno giovane, dinamico... come quest'altro... Franceschini, ci sei???)
Oggi segnalo un libro pazzescamente bello e interessante per i più piccoli (ma mica poi tanto...) e per i più grandi (io l'ho comperato per me...)
qui sotto uno sfoglio in piccolo - utilizzando le freccine; cliccando sull'immagine invece, link automatico allo sfoglio quasi completo della versione francese
Beh, insomma lo ripeto: questo qui è un vero genio; per me è una rivelazione, il Verbo, la Luce di questi 'anni 0', come li chiama lui. Forse esagero ma guardate questo video (semplice montaggio di foto sulla canzone 'nei garage a Milano Nord') e poi ditemi se non ho ragione:
e io che credevo fosse un semi-sconosciuto: a parte il Premio Tenco -e 'sti cazzi- è anche già apparso in tv più volte, anche a 'Le invasioni barbariche', come mi è stato segnalato dal marito della presentatrice...
... e poi c'è questo qui... Straordinario... sembra di sentire i Noir Désirdell'ultimo disco (prima del carcere di Bertrand) e nello specifico 'bouquet de nerfs' vi posto questo da youtube (peccato, solo audio, niente immagini... ma per rendere l'idea, un video ufficiale è stato fatto con i disegni di Gipi... e anche la copertina del disco; fate un po' voi...); disco suonato con Giorgio Canali (CCCP, CSI ecc...); ah, per completare il tutto: quest'anno premio Tenco come 'migliore opera prima'...
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