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mercoledì 7 luglio 2010

orgoglio nerazzurro

mercoledì 7 luglio 2010 0


voster semper voster

martedì 25 maggio 2010

la meteora

martedì 25 maggio 2010 0
Così com'è arrivato, così se ne va; come una meteora (o un fulmine a ciel sereno).
Mou se ne va al Real, e in questi due anni ha cambiato l'Inter e il calcio italiano.
L'inter perchè ha vinto tutto, e contro tutti (squadre, capitanigiallorossi, allenatori avversari, presidenti parvenus, giornalisti, commentatori).
Ma soprattutto il 'calcio italiano come mondo', nel senso che prima di lui nessuno aveva osato platealmente criticare tutto il circo mediatico di nanieballerine che ci gira intorno; nessuno aveva fatto (a mia memoria) delle conferenze stampa vere, rispondendo a domande vere, rispondendo con risposte vere (e sincere), analizzando chirurgicamente la partita appena finita; nessuno ha mai fatto così da 'parafulmine' per le beghe di squadra e spogliatoio.
Poi lo so, quello che resterà: 'non sono mica un pirla'; 'non mi piace prostitussione intellettuale'; 'zero tituli'... perchè è quello che più rimane impresso; ma vedrete l'anno prossimo che noia: commentini zerbinati, sussieguose domandine (inutili), lacchè di turno...
Gli dedico 'gli spietati' dei Baustelle



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lunedì 24 maggio 2010

ho visto cose che voi umani

lunedì 24 maggio 2010 0
Sabato pomeriggio, in Piazza del Duomo non ci si muoveva più già a partire dalle cinque.
Un braccio della Galleria, quello che affaccia sulla Piazza era invaso da gente che bivaccava seduta tra i tavolini dei bar 'strafighi' con evidente imbarazzo (e disprezzo) dei camerieri degli stessi, che mal sopportavano tale festosa cagnara.
Adulti con bimbi (anche piccoli), bande di adolescenti con la faccia pitturata, gruppi di ragazzine festanti (e anche un po' eccitate dal tutto), sudamericani con le borse frigo, camerunensi inneggianti a Eto'o e la bandiera nazionale come un mantello... tutti con almeno la maglia della 'beneamata' addosso, spesso anche con bandiera e tromba al seguito.
Insomma, un'atmosfera festosa e di grande attesa e eccitazione mai vista a Milano (credo che una cosa paragonabile possa solo esserci a una visita del Papa, e non è per fare paragoni, ma solo per dire quello che 'si percepiva' attraversando la piazza).
tutti lì, sotto i maxischermi per godersi QUESTO.

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martedì 20 aprile 2010

essere interisti

martedì 20 aprile 2010 0
Perchè?
Perchè è tradizione di famiglia (come si sa, la religione, la fidanzata, l'università si scelgono, la squadra del cuore no);
Perchè nella vita bisogna saper soffrire (almeno un po');
Perchè vuol dire non essere mai retrocessi in B;
Perchè è bello avere un presidente che non è petroliere ma è 'trasformatore di energia', secondo la non felice definizione di quella fulminata di sua moglie (consigliere comunale a Milano vicina a Fo e alla sinistra);
Perchè l'Inter voleva fare una partita in Messico contro la squadra del subcomandante Marcos (anche lui interista, aveva contattato la società) ma pare che per ovvi motivi di ordine pubblico e sicurezza alla fine non se ne sia fatto nulla;
Perchè Spike Lee è interista;
Perchè molti giocatori sono sostenitori della comunaBaires;
Perchè la Società ha diverse scuole calcio (e non) nelle più povere favelas del sudamerica;
Perchè è bello pensare che Gino&Michele, AldoGiovanni&Giacomo, Salvatores, Paolo Rossi, Bertolino, Gioele Dix, Ligabue (tutti 'comunisti') soffrano, e gioiscano, per la tua stessa squadra; giudico La Russa un 'incidente di percorso'...
Perchè la Società fa anche una cosa come questa, che mi riempie di orgoglio (pensate la stessa cosa nel Milan di B.) (Update: questa la leggo solo oggi, giovedì... mi sembrava strano che nessuno reagisse...)

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Poi il fatto che stasera si venga 'asfaltati' dal Barça è un'altra storia...

Update: invece ad essere 'piallato' è stato il Barcellona...

mercoledì 21 maggio 2008

la rosa è al completo...

mercoledì 21 maggio 2008 0
Oggi la rubrica 'le allegre vite dei santi' sfoggia un rosario di santi e beati messicani che sembrano usciti da un album Panini... (http://www.santiebeati.it/dettaglio/90110)... Speriamo che Moratti, dopo i bagordi dello Scudetto (16!) e le promesse di rinforzi della rosa, non si invaghisca di qualcuno di loro... e speriamo che qualcuno dello staff, in caso contrario, gli ricordi che giocano già in una squadra importante, il cui presidente è moooolto potente...

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martedì 20 maggio 2008

finalmente...

martedì 20 maggio 2008 0
dove eravamo rimasti?



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mercoledì 14 maggio 2008

interismi, isterismi...

mercoledì 14 maggio 2008 0
Oggi pubblico l'articolo di Michele Serra apparso ieri su Repubblica:

Dottor Inter e mister Hyde
Sebbene le squadre di calcio, grosso modo, si rassomiglino tutte, ogni tifoso ama colorire la sua comunissima passione di sfumature eccezionali. Forse per giustificare la matrice infantile del tifo (si diventa tifoso da bambino, per mano al padre), per sdoganare la puerilità di questa simil-fede, la si corrobora con gli anni di pagine tempestose, drammatiche e dunque adulte. La frase fatta, e molto detta, è "nessuno soffre come noi... (riempire i puntini)". Quasi che l'indice di sofferenza, come nell'eros romantico, fosse anche indice di intensità sublime, dell'amour fou, di invidiabile dissipazione. Però bisogna ammettere che noi interisti, nel campo delle coloriture romanzesche, possiamo davvero godere di una condizione privilegiata. La squadra, come certe bellissime dame tisiche o amanti perdute del melodramma, ha una indubbia vocazione alla disgrazia. Vocazione incrementata - va detto - durante la favolosa gestione Moratti, che ha di molto enfatizzato lo scenario del dramma, spargendo oro e broccati preziosi in misura zeffirelliana. E da che mondo è mondo il patimento dei ricchi è uno spettacolo molto popolare, che attira lacrime (e pernacchie) in misura direttamente proporzionale al reddito di colei che giace, pallida e inutilmente amata. In questo senso il 2008 promette di essere, per l'interismo, un anno perfetto. Non il primo e certamente non l'ultimo, ma uno dei più memorabili. Dopo le prove di autospegnimento nel derby milanese, perduto contro una squadra di anziani per un inceppo mentale durato una settantina di minuti, l'Inter ha perfezionato la sua voluttà di morte (sportiva) centrando un nefasto pareggio casalingo con il valoroso Siena, che tirando due volte in porta ha impattato i trecento inutili e sfortunati assalti dei nerazzurri. Indubbia scena madre il rigore prima estorto (all'arbitro e ai compagni) da Materazzi, e poi tirato in pancia al portiere mentre l'intera tribuna d' onore collassava, muta e inorridita, e la curva inveiva come il loggione dopo la peggiore stecca. Ci fosse ancora Brera, credo non gli sarebbe sfuggito l'aspetto da hidalgo di Massimo Moratti, il cui volto cervantesco, perfino quando sorride, sembra esprimere nobili lampi di sconfitta. Il presidente è perfetto interprete del noir-azzurro, Milano ha un lato spagnolesco meno evidente di quello nordico-luterano, ma radicato nei secoli, manzoniano e doloroso, annidato negli androni neri e nelle anguste strade patrizie del centro storico. San Siro, quando gioca l'Inter, perde il brillio entusiasta e diavolesco del rosso milanista, diventa un catino ombroso, spesso anche adombrato, il catino che riflette e raccoglie l'incertezza degli umori celesti, mezzo azzurri mezzo neri. E a proposito di nero non sarà mica un caso che le due grandi Inter della storia (quella di Moratti padre e, checché se ne dica, questa di Moratti figlio) inzuppano nel nero petrolio la loro lauta pagnotta. In ogni modo, e per farla corta (il tifoso, quando comincia a blaterare dei suoi casi, non la smetterebbe più): dopo un campionato in solitaria fuga, una squadra così forte da resistere anche al crocchio delle ossa di molti suoi campioni, così altera da infischiarsene anche delle maldicenze provinciali sugli arbitraggi, così solida da poter rinunciare anche ai due pezzi da novanta di difesa e attacco (Cordoba e Ibra), così avveduta da rispedire lo sciamannato Adriano a fare i bagordi a casa sua, ora rischia seriamente di cadere sul filo del traguardo come l'ultimo dei maratoneti sfiatati, dando via libera alla brava Roma di De Rossi e Totti e soprattutto del professor Spalletti, il cui italiano perfetto e acuto onora oltre il lecito l'ambiente calcistico nel suo complesso. Il traguardo è a Parma, sede melodrammatica e dunque congrua, dove l'Inter, domenica prossima, affronterà ancora una volta l'Inter, il suo avversario più temuto, il suo Hyde. L'intero direttorio di demoni che possiedono la squadra uscirà dallo spogliatoio all'unisono, ogni giocatore nerazzurro avrà accanto il suo doppio suicida. Folate di paura, scariche di insicurezza bruceranno adrenalina e consumeranno le notti di vigilia. Beghe di spogliatoio riaffioreranno come le macchie dell'intonaco. Il respiro di tutto il mondo interista, nelle case, allo stadio, in automobile con la radio accesa, sarà mozzo come sempre. Un palo, una slogatura, un cartellino giallo, un refolo di vento tengono appeso a un filo il destino della adorabile isterica. La gloria, se ci sarà, avrà la gioia supplementare dello scampato pericolo. Il lutto, se ci sarà, sarà comunque ostentato con la nostra solita, stolta fierezza sul nero della maglia.
Adelante, Inter. -
MICHELE SERRA (Repubblica — 13 maggio 2008)

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