martedì 20 aprile 2010

ripensamenti

martedì 20 aprile 2010
Devo ammetterlo; questa città mi incattivisce ogni giorno che passa.
La cosa è accaduta settimana scorsa, ma per diversi motivi (di tempo e di 'metabolismo mentale' dell'avvenimento) ne parlo solo oggi.
Dunque, il tutto avviene la mattina presto (oddìo, solito orario, ottoetrentacirca) al capolinea della Novanta (per i non milanesi è il filobus che fa la circonvallazione denominata 'delle regioni'); come tutte le mattine salgo sul filobus e, siccome è il capolinea appunto, mi siedo e aspetto che parta (la mezz'oretta di mezzi pubblici al mattino è il momento dello sfoglio del giornale), mettendomi gli auricolari dell'Ipod.
Dopo poco tempo sale una persona di mezz'età, un po' male in arnese, tra il pensionato e l'indigente da 'pane quotidiano' e, gentilmente (anche se un po' a malincuore, è scomodo da leggere il quotidiano in piedi, schiacciato dagli altri passeggeri) lo invito a sedersi.
Segue dialogo.
- grazie, eh si vede che lei è italiano.
io trasecolo, ho sentito benissimo, ma faccio finta di no, tolgo un auricolare e chiedo gentilmente: 'scusi?'
- eh, si vede che è italiano. Questi stranieri qui...
-Beh, mi scusi - replico, con acidità crescente - ma guardi che c'è una gran quantità di stranieri che sono gentili...
-no, no quelli lì no...
-Beh guardi - il mio livello di nervosismo è al massimo - la prego di non insistere, sennò mi pento di averle lasciato il posto.
Dopodichè mi isolo con Tom Waits, ma tendendo sempre l'orecchio verso 'il vecchio' (ebbene sì, oramai lo disprezzo); il quale per tutto il viaggio (è sceso una fermata prima di me) ha continuato ininterrottamente a bofonchiare tra sè e sè (ma a discreto volume) cose indicibili contro stranieri, zingari eccetera...
Uno vuole fare il gentile, e invece si ritrova rovinata la giornata...

voster semper voster

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