"Nella sua pur dotta difesa del veto svizzero ai minareti, lo studioso cattolico Vittorio Messori ci concede (senza volerlo) un attimo di schietto buonumore. Accade quando Messori, evocando la storia svizzera nonché europea, rammenta che «la convivenza non è sempre stata idilliaca e ancora a metà dell' Ottocento papisti, calvinisti, zwingliani, luterani si affrontarono duramente in armi. Cose gravi ma comunque tra cristiani che pregano lo stesso Dio e leggono la stessa Bibbia: una guerra, ma in famiglia». Effettivamente, tra cristiani ci si è scannati per secoli con sistematico entusiasmo. Ma, spiega Messori, pregando lo stesso Dio. Vuoi mettere la differenza? Vuoi mettere quanto è sgradevole il colpo di scimitarra del saracino appena sbarcato dal suo naviglio, e quanto è confortante e "familiare" farsi sgozzare - in quanto eretico, o di confessione non conforme - da uno della valle accanto, che si fa il segno della croce proprio come te? Oppure ardere sul rogo per mano di presulia noi prossimi, piuttosto che farsi impalare dai turchi? Il fatto che ci si massacri nel nome dello stesso Dio e dello stesso Libro a me pareva, tutto sommato, un' aggravante (i "futili motivi"?). Ma non avevo ancora letto Messori."
E mi viene di concludere citando l'Orson Welles de 'Il terzo uomo':
"Sai che diceva quel tale? In Italia, sotto i Borgia, per trent'anni hanno avuto assassini, guerre, terrore e massacri e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e di democrazia e cosa hanno prodotto? Gli orologi a cucù."
voster semper voster
nell'illustrazione, il vivace ma pacifico scambio di idee tra concittadini il giorno di Saint-Barthélemy a Parigi
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