Min-zo-lin o Minculpop?

Oramai funziona così: lascio il tg1 in sottofondo mentre mangio (sai mai che passi qualcosa di interessante... ma non avviene mai) e mi fermo e alzo il volume solo per ascoltare Min-zo-lin e cercare di prefigurare quali minchiate (occhio, è una citazione di Dell'Utri) ci propinerà.
Bene, anche ieri sera mi ha fatto 'felice': ad un certo punto ha parlato di 'parodìa degli anni settanta che ha generato le Bierre'.
E allora mi sorge un dubbio: ma Min-zo-lin ha una qualche dimestichezza con il vocabolario e la storia del nostro Paese? O parla a vanvera?

Faccio il maestrino: secondo il dizionario Garzanti 'Parodìa' è:
1 composizione letteraria o musicale che contraffà con intento comico o satirico un'opera conosciuta: mettere in parodia un poema
2 (estens.) imitazione caricaturale: fare la parodia del vicino di casa
3 (fig.) persona o cosa che si dimostra inadeguata allo scopo, così da apparire una ridicola contraffazione: una parodia di medico; una parodia di processo
4 (mus.) adattamento di un testo letterario a una composizione strumentale sostituzione di un testo con un altro in una composizione vocale.

Quindi la parodìa di qualche cosa avviene DOPO i fatti e non può generarli (nello specifico, la parodìa degli anni settanta può avvenire solo dagli ottanta in poi).

per quanto riguarda le Bierre, Wikipedia (che non è sempre attendibilissima, ma sulle date difficilmente sbaglia) ci dice che sono state fondate nel 1970.

Ora, come abbia fatto la parodia di qualchecosa (gli anni settanta) che non può esistere insieme ai fatti da parodiare aver creato una cosa che già c'era (le Bierre), fanno del'editoriale di Min-zo-lin di ieri sera un mistero pari solo a quelli di Fatima. Con la differenza che quelli dei pastorelli sono stati rivelati, quello di Min-zo-lin non lo sarà mai.

(Inoltre mi piacerebbe credere che un aspirante giornalista con un tale concentrato di inesattezze, lessicali e storiche, all'esame di Stato per l'iscrizione all'Ordine venga bocciato.)

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