giovedì 10 settembre 2009

un passo indietro, due avanti

giovedì 10 settembre 2009
Ben venga (???) la crisi se serve almeno a ridurre sprechi, eccessi e... cemento.
Ero molto scettico nei confronti dell'Expo 2015, che temevo potesse diventare uno scatolone vuoto (ma fatto di cemento!) e concepito con spirito Ottocentesco.
Il nuovo masterplan di Boeri (e altri) lo trovo invece concettualmente bello, e ardito.
Come sempre (o quasi) mi capita, sono in piena sintonia con quanto espresso da Michele Serra, su Repubblica di oggi:

"Sull'Expo di Milano grava la parola 'ridimensionamento'.
Il piano (sulla carta molto bello) presentato dagli architetti prevede orti, acque, luci, vetri, verde, spazio, cascinali restituiti alla città, ma pochissimo cemento. Essendo il cemento l'unità di misura del Moderno - anche se è un Moderno che puzza di muffa - le autorità preposte si sentono punte nell'orgoglio da quella parola - ridimensionamento - che metterebbe in discussione la grandeur progettuale meneghina. Né l'opposizione, almeno per adesso, mostra di sapersi distinguere: dice anche lei 'ridimensionamento', e lo dice come capo d'accusa.
Ci sarebbe piuttosto da festeggiare. Di ridimensionarci avremmo bisogno un po' tutti, chi più chi meno. Ridimensionare ambizioni, presunzioni, impatti, progetti, spese, megalomanie, pretese, apparenze. Fare finalmente di necessità virtù, mettere la museruola agli appetiti insaziabili degli speculatori, concentrarsi sui vuoti piuttosto che sui pieni, godersi gli spazi senza l'ansia di riempirli (horror vacui). Ma forse quella del ridimensionamento è una scommessa troppo moderna per la vecchia Milano. Né il centrodestra, con il leader non ridimensionabile che si ritrova, sembra attrezzato per cogliere la novità."

voster semper voster

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