Sto leggendo un interessante libello di Joseph Pulitzer (quello del premio) che raccoglie un paio di articoli-saggi sulla fondazione della sua scuola di giornalismo alla Columbia.
Ad ogni pagina c'è almeno una frase che letta ora, qui, fa un certo effetto; ma questa è emblematica:
"La consapevolezza che un giormalista di solida reputazione si rifiuterebbe di far uscire un giornale che rappresenta interessi privati in contrapposizione al bene della collettività sarebbe già di per sè sufficiente a scoraggiare una simile impresa."
e poi:
"Un'opinione pubblica ben informata è la nostra Corte Suprema. Perchè ad essa ci si può sempre appellare contro le pubbliche ingiustizie, la corruzione, l'indifferenza popolare o gli errori del governo; una stampa onesta è lo strumento efficace di un simile appello."
(Joseph Pulitzer: 'sul giornalismo' - Bollati Boringhieri - 10€)
Non posso fare a meno di pensare a Min-zo-lin, o Belpietro, o Brachino (quello di Mattino 5 e del caso Mesiano)...
voster semper voster
giovedì 26 novembre 2009
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